martedì 26 febbraio 2008

Si parte


Care Amiche e Cari Amici,
La cuoca avvenente parte alla volta di London e non sa se riuscira' a tenere aggiornato il proprio blog. Voi continuate a spignattare, cucinare, e inebriare virtualmente le mie letture, mi raccomando.
Se avete qualche segnalazione da farmi su must londinesi vi prego di segnalarmeli all'istante..
A presto
Vi abbraccio Tutte/i
La cuoca avvenente
Alias Sciopina

lunedì 25 febbraio 2008

Il Bonet

Il Bonet in dialetto piemontese che vuol dire berretto, e' un dolce al cucchiaio tipico delle"Langhe.
Veniva portato in tavola soprattutto nei giorni difesta, dal momento che e' molto ricco e scenografico.


INGREDIENTI:
5 Uova
1/2 Litro Latte
150gr Zucchero
100gr Amaretti

1 Bicchierino Rum
20gr Cacao amaro in polvere
1/2 Baccello Vaniglia



Mettete il latte con la vaniglia sul fuoco, portate a bollore e spegnete. Intanto sbattete le uova con 90gr di zucchero, il rum,il cacao e aggiungete per ultimi gli amaretti. Preparate del caramello col restante zucchero facendolo sciogliere a fuoco bassissimo
.
Una volta pronto versatelo nello stampo da budino e fatelo scorrere giu' per la pareti. Intanto versate il composto di uova e amaretti nel latte e fatelo cuocere per una decina di minuti.
Versate il tutto nell stampo e fate cuocere in forno, precedentemente riscaldato, a 180, a bagnomaria per 40m circa. A cottura ultimata lasciatelo raffreddare e riponetelo in frigo per almeno tre ore. Sformatelo e servitelo con degli amaretti. Se vi dovesse risultare difficile sformarlo, lasciatelo per un minuto in una ciotola con dell'acqua calda. Questo processo dovrebbe aiutarvi a farlo sgusciare fuori facilmente.

venerdì 22 febbraio 2008

Tortino di Alici

Questo piatto puo' essere servito sia come antipasto caldo sia come secondo dipende dalla quantita'.
Potete mangiarlo direttamente nel suo stampo o sformarlo e guarnirlo con del basilico e del pesto come ho fatto io. Potete usare anche una crema Aioli, o un battuto di pinoli, insomma, con le alici sta bene veramente tutto.

Ingredienti:
Alici Fresche
Pane raffermo
Pan Grattato
Pecorino Romano
Prezzemolo
Pesto

Aglio
Limone
Aceto
Olio evo
Sale & Pepe

Pulite eviscerate ed eliminate la lische alle alici. Fate in modo che le due me
ta' restino attaccate tra loro. Lavatele e tamponatele con dello scottex. Rivestite uno stampo da tartelletta con le alici, in modo che debordino, e cominciate a farcire, con pecorino grattugiato, succo di limone un po' d'aceto, prezzemolo tritato e pane raffermo. Condite ogni strato con l'olio e alla fine spolverate con pane grattugiato, sale e pepe e un po' di scorzette di limone non trattato. Ripiegate i lembi delle alici e cuocete in fornoa 180 per 15m circa. Sfornate e sformate in un piatto guarnendo con basilico e pesto.

giovedì 21 febbraio 2008

Tiramisu' di Seppie

Una bella e gustosa idea, per un antipasto a base di pesce, o come fingerfood.
Credo che questa, ormai non piu' novita', di porre cibi in vasetti e bicchieri vari sia geniale non solo da un punto di vista funzionale, ma anche e soprattutto estetico. Certo, farla diventare una mania come sta succedendo in alcuni locali, no, ma cum grano salis..

Tiramisu' di Seppie
Ingredienti:
250gr di Teste di Seppia
1 Bustina Nero di Seppia
200gr Patate
1/2 bicchiere di vino bianco
100ml latte
1 Cucchiaio di passata di pomodoro
Prezzemolo
Aglio
Olio evo
Sale & Pepe


Pulite le seppie. Se le teste fossero troppo
grandi tagliatele a meta'. fatele rosolare in una padella con un po' d'olio e aglio e sfumate col vino. Aggiungete il pomodoro e fate cuocere a fuoco lento. Afine cottura aggiungete il nero di seppia e amalgamate.
Lavate le patate e mettetele in una pentola coperte d'acqu
a a cuocere per una ventina di minuti circa. A cottura ultimata passatele nello schiacciapatate e rimettetele sul fuoco aggiungendo il latte a filo. Mescolate e quando il pure' e' pronto spegnete e tenetelo in caldo. Aggiungete il prezzemolo tritatato alle seppie e regolate di sale.
A questo punto imbicchierate, prima col pure' e poi col sughetto e le seppie.

mercoledì 20 febbraio 2008

Maltagliati di Campofilone con Astice e Crema di Ceci

Lo dico, lo ribadisco e lo confermo: i legumi con i crostacei stanno da dio.
Avevo pensato ad una pasta e fagioli, gia' sperimentata numerose volte, poi mi son accorta che in dispensa avevo solo dei fagioli rossi e bianchi di Spagna che mal si adattavano a cio' che avevo in mente, cosi' quando ho visto i ceci s'e' accesa la lampadina!
L'esperimento e' stato godurioso. Da ripetere, molte, molte volte nel futuro prossimo..

INGREDIENTI:
1 Astice
250gr Ceci secchi
120 gr Lasagne Campofilone
250gr Pomodoro a Pezzettoni
1 Carota
1 Scalogno
1 Spicchio d'aglio
1/2 Costa sedano
Vino bianco
Olio Evo
Prezzemolo
Peperoncino piccante
Sale & Pepe

Mettete a bagno i ceci la sera prima in abbondante acqua.
Successivamente scolateli e versateli in una casseruola aromatizzando con carota, scalogno e sedano. Aggiungete acqua fredda e fateli cuocere.
Intanto, lavate l'astice, staccate, la testa, le chele (spaccandole con uno schiaccianoci) e le zampe e tagliate a rondelle la coda. Fatelo rosolare in padella con un po' d'olio e l'aglio, finche'diventi rosso. Aggiungete il vino e sfumate. Versate il pomodoro e fate cuocere ancora un po', salate e spezzetate un po' di peperoncino, o del pepe se preferite.
A cottura ulotimata dei ceci, prendetene una meta' e frullatela in modo da avere una crema densa e lasciate gli altri col brodo per la cottura della pasta. Tagliate a pezzi la lasagna e fatela cuocere nel brodo di ceci. A cottura ultimata scolate e fatela amalgamare con la crema di ceci. Unite il sugo e l'astice e decorate con prezzemolo fresco.

martedì 19 febbraio 2008

Zuppa di Cavolo Nero con Sfilacci di Carne Equina Affumicata

Questa ricetta non so se piacera' a tutti, per via della carne di cavallo, ma vi assicuro che era di una bonta' indiscutibile!
Potete, tuttavia, decidere di optare per un altro tipo di carne magari del manzo affumicato o la carne sala' che usano in Veneto.


Ingredienti:
Cavolo nero toscano
carota
passata di pomodoro
cipolla
sedano
prezzemolo
timo
sfilacci di cavallo affumicato
olio evo
sale& pepe
Pulitete il cavolo eliminando le foglie esterne e tagliatelo a strisce. In una casseruola fate appassire nell’olio extravergine di oliva la cipolla, la carota e il gambo di sedano a pezzetti con il trito di prezzemolo e timo. Salate e pepate. Lasciate insaporire, poi unite le striscioline di cavolo nero, mescolate per qualche minuto, aggiungete la passata di pomodoro, incoperchiate e lasciate cuocere a fuoco basso. Se la zuppa risultasse troppo asciutta, unite qualche mestolo d'acqua. A cottura ultimata impiattate e adagiate su gli sfilacci di cavallo. Irrorate con un filo d'olio e servite con del pane toscano abbrustolito.

lunedì 18 febbraio 2008

Attingendo dalla blogosfera

Saltando da una regione all'altra, da una citta' all'altra, da nord a sud, i confini sembrano non esistere affatto nella blogosfera.
Ogni giorno entrando nelle vostre casette virtuali, mi infervoro, m'intristisco, mi appassiono, mi diverto e soprattutto mi alimento..seppur virtualmente.
Ho provato due ricette che mi son molto piaciute e che potete trovare da Ady e Coco'.
Ve le consiglio, sono veloci e gustose.



Polpette di Ady affogate alla zucca
Ecco la mia rivisitazione delle polpette alla cacciatora. Ho eseguito la preparazione e la cottura come ha fatto Ady, per poi tuffare le polpette in una crema di zucca al rosmarino. Con o senza zucca sono una vera bonta'. Brava Ady..


















Il Pandoro del ririciclo

Ho letto del riciclo del panettone da Coco', la quale a sua volta aveva tratto ispirazione da Tatiana. Non avevo il panettone, ma un bel pandorazzo che se ne stava nello stanzino da due mesi...e cosi' ha avuto la sua degnissima fine insieme a un vasetto di marmellata di lyngonberry svedese..
Grazie a Coco' e Tatiana..

Pavlova ai Kiwi e Ribes

Avete presente quando vi restano sul groppo gli albumi e stanno la' in frigo a guardarvi languidi?
Finalmente ho trovato la ricetta giusta per utilizzarli al meglio. Eh, si, perche' non e' un riciclo e ' proprio un dolce buono, fresco, adatto ad ogni stagione. Potete guarnirlo come volete e scatenare la vostra fantasia. La Pavlova e' un dolce tipico australiano- neozelandese, inventato da uno chef di Perth negli anni 30" in onore della grande ballerina russa Anna Pavlova.
La preparazione e' semplicissima, l'unica difficolta' anche per questo dolce sta nella cottura. Quindi abbiate consapevolezza del vostro forno:00.

INGREDIENTI:
4 albumi
250gr zucchero al velo
2 cucchiai maizena
1 cucchiaino di aceto bianco
1 cucchiaio succo limone
250ml panna da montare
2 kiwi
1 manciata di ribes

Tagliate della carta forno in modo circolare cercando di avere una misura sui 20cm di diametro e preriscaldate il forno a 200.
Intanto con le fruste elettriche montate a neve gli albumi con il pizzico di sale, cercando di aumentare a mano a mano la velocita' e unendo zucchero, aceto e limone. Per ultimo aggiungete la maizena finche' non avrete ottenuto un composto solido e fermo.
Versate il composto in un sac a' poche e versate il composto sul disco, cercando di tenere i bordi molto alti e ricavare un incavo nel centro dove posizionare la farcia.
Infornate per i primi 10' a 200 e successivamente abbassate la temperatura a 100/110 e cuocete per un'ora e quaranta circa. La pavlova deve asciugarsi non cuocere, deve diventare dura ma senza colorirsi, quindi prestate molta attenzione e controllatela spesso. Montate la panna, se non e' zuccherata aggiungete dello zucchero al velo. Tagliate i kiwi a fettine e lavate i ribes. Cominciate a farcire la pavlova che dovra' essere interamente coperta da panna e frutta. La ricetta tradizionale vuole che il primo strato sia di crema pasticciera.

domenica 17 febbraio 2008

Il Frutteto di Dante Nesti

Non penserete mica che alla cuoca avvenente piaccia solo spignattare? Eh no no! Mi sa che apro anche un blog fashion-bellezza-design...cosi' divento totalmente matta e passo la mia vita al computer!!!!
Uno dei prodotti per il corpo che adoro e che uso abitualmente e' il sapone della linea "Il Frutteto" di Dante Nesti.
Una linea a base di prodotti vegetali con principi attivi naturali. Sono talmente buoni, cremosi e profumati che quasi quasi li mangerei:)) a ridaglie colla cucina...
Potete trovarli in numerose versioni: fico e latte di mandorla, pesca e melone, mandarino e oliva, cedro e bergamotto, melagrana e ribes nero... e poi ancora la linea Horto Botanico con gli ortaggi, La linea Colli fiorentini e quella Edizione Limitata con oro 24 carati..insomma una gamma vastissima. Avete solo l'imbarazzo della scelta.




Dante Nesti
Via delle Molina,39
50010 San Donnino-Firenze
Tel:+39 055-8739 401
email:info@nestidante.com

sabato 16 febbraio 2008

La Gubana

Facendo il giro della dispensa, mi son resa conto che i soliti avanzi, anzi bustine ancora deliziosamente incartate e sigillate stavano per scadere e cosi' gira e rigira, spremendo le meningi, consultando ecc ecc. mi e' venuta in mente la Gubana. Gubana? Ma io non l'ho mai fatta, anzi, non l'ho mai neanche mangiata. E vabeh, c'e' sempre una prima volta.
La Gubana e' un dolce friulano tipico delle valli del Natisone a confine con la Slovenia. Infatti in sloveno guba significa piega, probabilmente per indicare la sua forma attorcigliata. E' un dolce antichissimo, infatti, gia' ai tempi dei romani v'era l'abitudine di farcire il pane con frutta secca e miele. La gubana nel corso dei secoli si arricchisce di spezie e frutta candita e diventa il dolce delle grandi ricorrenze religiose quali il Natale e la Pasqua ed eventi importanti come i matrimoni.


INGREDIENTI:
300gr farina
250gr zucchero
15 gr lievito di birra
3/4 di bicchiere latte
3 uova
1 bicchiere colmo grappa
100gr noci
100gr uvetta
100gr zibibbo
100gr mandorle pelate
50gr pinoli
50 gr scaglie cioccolato fondente
50gr cedro candito
50gr burro
25gr amaretti
3 prugne secche
3 fichi secchi
1 cucchiaio pangr
attato
noce moscata
cannella
sale
1 bicchierino marsala

buccia di limone non trattato
buccia d'arancia non trattata

Frullate il lievito sminuzzato con tre cucchiai di farina e il latte tiepido fino a formare una pastella copritela con un canovaccio e lasciate lievitare in un luogo caldo. Quando la pastella é lievitata fino a raddoppiare ponete la farina restante sulla tavola, fate una fossa nel mezzo e versateci dentro la pastella, il burro precedentemente sciolto a bagnomaria, lo zucchero, una presa di sale e la buccia grattuggiata del limone e dell'arancia. Lavorate l'impasto , aggiungendo un altro po' di latte tiepido in modo da non farlo diventare troppo asciutto, aggiungete 1 tuorli d'uovo ed un albume montato a neve e impastate ancora molto accuratamente fino ad ottenere una pasta omogenea che dovrà lievitare nuovamente al caldo. Quando la pasta e' ben lievitata aggiungete gli altri due tuorli d'uovo e il marsala e lavorate vigorosamente fino a quando gli ultimi ingredienti non sono stati incorporati e l'insieme non risulta perfettamente morbido. Intanto preparate il ripieno. Mettete in una ciotola l'uvetta e lo zibibbo dopo averla lavata e coperta con la grappa lasciandola macerare per un quarto d'ora; intanto tritate finemente le noci, le mandorle, i canditi, i fichi e le prugne e metteteli in una terrina con i pinoli, l'uvetta strizzata
dalla grappa, il cioccolato, gli amaretti sbriciolati, lo zucchero, un po' di noce moscata grattuggiata e mezzo cucchiaino di cannella passata in un padellino con un po' di burro. Amalgamate il tutto con un po' della grappa rimasta dalla strizzatura dell'uvetta. Stendete la pasta in sfoglia sottile distribuite sopra il ripieno in modo uniforme, aggiungete qualche fiocchetto di burro e arrotolate il tutto fino a formare un salsiccione che a sua volta girerete su se stesso fino a formare una chiocciola. Mettere la gubana su una placca da forno ricoperta da un canovaccio e lasciatela lievitare ancora per un' ora. Prima di infornarla spennellatela con un tuorlo d'uovo leggermente sbattuto e cuocetela a 180° per 45 minuti. Lasciatela raffreddare e cospargetela con dello zucchero. Servitela con della grappa. Io ho usato della grappa alla pera.

venerdì 15 febbraio 2008

Lasagne alla zucca

L'inverno sta finendo e porta seco tante bonta' zucca compresa. Approfitto ancora per farne qualche scorpacciata in tutte le salse:00
Ho preparato queste lasagnette che non sono tanto light, ma sono tanto bbbbbbbbbbbuone..ih ih


INGREDIENTI:
500gr lasagne fresche all'uovo
250ml di besciamella
150 gr di ricotta
150 gr di fior di latte
1 scalogno
800gr di zucca
1 bicchiere di vino bianco
1 manciata di noci tritate
Brodo vegetale
Olio evo
sale & pepe

Pulite e lavate la zucca. Tagliatela a cubetti e fatela soffriggere con lo scalogno, tritato finemente, in una casseruola. Aggiungete poi il vino e fate evaporare. Continuate la cottura e aggiustate di sale. Aggiungete qualche mestolo di brodo. Preparate intanto la besciamella come siete soliti fare. A cottura ultimata della zucca, pepatela e spolveratela di noce moscata. Passatela al mixer per ottenere una crema fluida.
Lessate la pasta e lasciatela asciugare per qualche istante su di un canovaccio. Lavorate la ricotta con un po' di sale e pepe. Tagliate il fior di latte a fettine e cominciate a farcire le lasagne, facendo strati di zucca e besciamella, ricotta, noci e fiordilatte.
Infornate a 200 per mezz'ora circa.

giovedì 14 febbraio 2008

Torta Barozzi

Ogni tanto un dolcetto ci vuole. Questa torta mi aveva sempre incuriosito, anche perche', essendo brevettata, avere la ricetta e' praticamente impossibile. Viene prodotta dalla pasticceria Gollini a Vignola vicino Modena. La torta e' intitolata ad un illustre vignolese, l'architetto rinascimentale Jacopo Barozzi detto il "Vignolese", creata per la prima volta nel 1907 da Eugenio Gollini in occasione dei festeggiamenti per i 400 anni dalla nascita di Barozzi.
I prodotti usati sono di altissima qualita' niente conservanti e tanto sapore. Dopo estenuanti ricerche sono stata illuminata da Gennarino. Ho seguito la ricetta passo per passo e alla fine mi e' piaciuta, certo, non si puo' paragonare all'originale, ma se non hai tempo per andare a Vignola, o abiti dall'altra parte del globo, puo' essere una buona soluzione.

INGREDIENTI:
200 gr di zucchero
40 gr di mandorle (di cui 15 gr amar
e)
1 20 gr di burro

50 gr cacao amaro
20 gr di caffe' in polvere
350 gr di cioccolato fondente
3 Uova
burro e farina, per lo stampo


Ridurre le mandorle in farina, dopo averle pelate e appena appena tostate al forno. Sciogliere il cioccolato a bagnomaria e lasciarlo intiepidire.
Lavorare il burro - tenuto a temperatura ambiente - con una frusta assieme allo zucchero finche' diventa schiumoso e aggiungere il cioccolato tiepido.
Lavorare ancora e aggiungere le uova, il cacao, il caffè in polvere (preso cosi' com'e' dal sacchetto!) e la farina di mandorle. Foderare di carta di alluminio
uno stampo rettangolare a bordi bassi e imburrarla, versarvi l'impasto e infornare a 175° per 30-40 mminuti circa.

La vera difficoltà e' proprio questa: la
cottura. Come al solito, quindi, il tempo e i gradi sono puramente indicativi.
L'aspetto finale della superficie, comunque - come, sicuramente meglio di me, vi direbbe un modenese - è quello di un velo appoggiato con "leggeresssa" su un'anima morbida e piu' scura. Per questo la cottura bassa e prolungata: l'interno deve essere tenero e "asssiutto" (ma non troppo) allo stesso tempo. Per "beccarla" valgono, ovviamente, gli accorgimenti soliti - "ssstecchino", "
ssspaghetto"... - che pero' non bastano. In questo, piu' che in altri casi, è necessaria infatti una profonda confidenza col proprio forno!
Una volta cotta, va sfornata, lasciata intiepidire e foderata interamente con della carta di alluminio fino al momento dell'utilizzo.

Si serve tagliata a quadrettini piccoli... anzi, no... a "pesssettini"!

http://www.gennarino.org/barozzi.htm per andare direttamente alla fonte.

mercoledì 13 febbraio 2008

L'Irpinia e il Carnevale

Mi sono persa fra templi, bufale e mozzarelle dimenticando di postare i ricordi dello scorso carnevale. A Paternopoli, nel cuore dell'Irpinia si svolge ogni un corteo di carri allegorici che si conclude con la morte di Carnevale, l'inizio della Quaresima che prepara alla Pasqua.
Certo non si puo' paragonare ai carri di Viareggio o Cento, ma si danno da fare e la gente accorre numerosa. Per arrivare in questo paesino si attraversa una meravigliosa campagna ancora intatta. Vigneti, frutteti, pascoli. Buon cibo genuino come la gente che vi vive.








































































































































I piatti che non possono mancare a carnevale nella tradizione campana sono: Ragu' di carne, lasagne, tortano di ciccioli e pastiere di spaghetti rustico o dolce. Io ho preparato la versione dolce con ricotta e cannella che mio padre adora...sara' perche' gli ricorda l'infanzia.






















Canederli allo speck, crema di porri e tartufo

Prima di partire, sulla scia altoatesina degli spatzle, avevo preparato anche i canederli.
Approfittiamo degli ultimi freddi, la natura si sta risvegliando, il tepore comincia a farsi sentire e i piatti per forza di cose devono alleggerirsi, quindi chi non li ha ancora preparati si sbrighi...please!



INGREDIENTI: 200 g di pane bianco
raffermo
100 g di speck
1/2 cipolla
burro
2uova
1 bicchiere e 1/2 latte
2 cucchiai di farina
prezzemolo tritato
noce moscata
sale & pepe
brodo di carne
X la crema:
1 porro
2 patate medie

olio evo
tartufo nero
sale & pepe



Tagliate il pane a dadini e mettetelo in una terrina. Tagliate lo speck a dadini ed aggiungetelo al pane. Friggete la cipolla nel burro. Frullate le uova e versate a filo il latte, aggiungete il prezzemolo e versate il tutto sul pane. Fate riposare mezz’ora. Aggiungete la farina, il sale, la noce moscata il pepe e la cipolla. Se il composto dovesse risultare troppo denso aggiungete ancora un po' di latte. Con le mani bagnate formate i canederli, metteteli nel brodo bollente e fateli bollire a fuoco moderato per 15 minuti circa. Cuocetene uno per prova: se dovesse disfarsi, aggiungete ancora un po' di farina alla pasta. Serviteli col brodo di carne cosparso di prezzemolo, oppure con la crema di porri che otterrete mettendo in una casseruola un po' d'olio e della cipolla tritata finemente. Poi i porri a rondelle e le patate a tocchetti, aggiungendo un po' di brodo durante la cottura. A cottura ultimata salate e pepate e passate al mixer. Impiattate, mettete al centro i canederli cotti nel brodo e decorate con lamelle di tartufo e un po' d'olio.

martedì 12 febbraio 2008

Paestum e le Bufale

Uno dei posti della mia infanzia e' Paestum.
Ricordo che si partiva dal mio paesello con l'auto carica di giochi,barbie, palettine, secchiellini, ombrelloni e costumini per andare in villeggiatuta. Mi sembrava un posto cosi' lontano, un lungo viaggio da affrontare per vedere il mare, e il fiume, quel lungo fiume che sfocia nel mare, il Sele e le bufale, che per me erano mucche, ma un po' strane. Tutte nere e con lunghe corna.E poi i templi, quelle costruzioni antiche e i racconti di mio padre di Ulisse, dei greci e dei romani e il mio stupore continuo... pensare che dal mio paesello occorre una mezz'oretta buona per arrivarci! Mia madre dice che sono stata concepita proprio in quelle acque:0...sara' per questo che ogni volta che ci vado mi sento cosi' bene:) E' come ritornare alle origini:00
L'acqua, pur io essendo un segno di terra, e' il mio elemento naturale, ci sguazzereri per ore. Il mare d'inverno e' struggente, mi affascina cosi' tanto, mette malinconia a molti, a me da tanta serenita'. Non potrei mai godermelo d'estate, quando tutti sono li' ad accalcarsi, ad accaparrarsi l'ultimo lembo di sabbia, a giocare coi racchettoni, a prendere gli acqua scooter, a mettersi in topless, e quell'olezzo di creme solari e la musica che ti sfonda i timpani, e urla indistinte di chi vende qualsiasi cosa...ma sono vacanze queste?





















































I terreni acquitrinosi e paludosi della piana del Sele ospitano allevamenti di bufale che qui da secoli hanno trovato il loro habitat naturale. La produzione della mozzarella insieme al turismo e' una delle realta'imprenditoriali piu' fruttuose del mezzogiorno. Ho visitato una delle piu' antiche aziende agricole della piana del Sele: il Caseificio Barlotti, sinonimo di qualita' e bonta'.
L'azienda vanta un grandissimo allevamento di bufale, con produzione in loco di mozzarella, formaggi, ricotta e carne degli stessi bufali. Una carne da conoscere meglio. Ricca di ferro e proteine, povera di grassi e colesterolo e quindi adatta a tutti.




































L'altro luogo del ricordo e' l'Hotel-Ristorante Mandetta. Una posizione incantevole, direttamente sulla spiaggia. Romantico, intimo, familiare. L'albergo dove vieni coccolato, il ristorante dove sei viziato dalla signora Enza, cuoca sopraffina e pasticciera unica. Madre di quattro ragazzi intraprendenti e volenterosi, che stanno portando l'hotel in sfere sempre piu' alte e poi "Pinuccio"il marito, il padre, il"Capo".
Uomo tenace, ospitale ed entusiasta. Un team affiatato che tramanda le buone maniere e la buona cucina da piu' di cinquant'anni. La cucina e' quella mediterranea, pesce, pomodori, olio buono e pasta, mozzarelle, agrumi. I preziosi frutti della terra del Cilento. Consiglio vivamente!














































































Mandetta Hotel Restaurant
Via Torre di Mare, 2 - 84063 Paestum (Sa)
Tel. + 39 0828 811118
Fax +39 0828 721328
info@mandetta.it

Azienda Agricola Barlotti "La Bufalara",
Via Torre di Mare 1, Paestum,
Tel. 0828.811146
Fax 0828.721047
info@caseificiobarlotti.com